anno 3° n. 20 del 12 FEBBRAIO 2012
VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno B)
(all'interno: Liturgia del giorno ed ascolto del Vangelo)
Liturgia di oggi
Introduzione
Se la sofferenza è la dura realtà con la quale dobbiamo sempre fare i conti, abbiamo anche un alleato al nostro fianco: il Signore Gesù. La potenza di Dio si manifesta non tanto nell'eliminare i singoli mali, ma nell'indicarci la strada per andare alla radice del dolore, attraverso la condivisione e la compassione. Uno stile di vita che riceviamo partecipando all'Eucarestia .
Prima lettura -· Lv 13,1-2.45-46:
.Il lebbroso se ne starà da solo, abiterà fuori dall'accampamento.
Il Levitico ci descrive l'atteggiamento nei confronti del malato prima della venuta di Cristo: il lebbroso deve essere allontanato, non può far parte della società.
Dal Salmo - 31: Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall'angoscia.
La preghiera e l'incontro con il Signore trasforma il peccato e il dolore in occasione di accoglienza e di perdono.
Seconda lettura - 1Cor 10,31-11,1:
Diventate miei imitatori, come io lo sono di Cristo.
Canto al Vangelo - Lc 7,16
Vangelo - Mc 1,40-45:
La lebbra scomparve da lui ed egli guarì.
LITURGIA DEL GIORNO - ASCOLTO DEL VANGELO
(www.lachiesa.it)
Approfondimenti
Le Quarantore sono la solenne esposizione dell'Eucarestia per 40 ore continuative (ma di solito si dividono in tre giorni, quindi non di continuo).
Il significato originario delle Quarant’Ore è quello di onorare Gesù Cristo durante le quaranta ore in cui giacque nel sepolcro durante la Settimana Santa.
L’origine di questa devozione che porta il titolo di Oratio quadraginta horarum, è incerta. La prima testimonianza di tale pratica la troviamo tra i Battuti di Zara presso la chiesa di S. Silvestro, già prima del 1214, dove sorse pure la confraternita In Coena Domini delle Quarant’Ore. L’uso di esporre il SS. Sacramento all’adorazione dei fedeli per quaranta ore continue al fine di propiziarsi l’intervento del Signore, specie in tempi di calamità e guerre, avvenne per la prima volta nel 1527 presso la chiesa del S. Sepolcro a Milano. Fu per iniziativa dell’agostiniano Antonio Bellotto di Ravenna (†1528), che istituì anche la scuola del Santo Sepolcro legata a tale scopo, avviando l’uso di ripetere le Quarant’Ore anche fuori la Settimana Santa.
Il papa Paolo III, mediante la richiesta del vicario generale di Milano fatta a nome del governatore e del popolo milanese, approvò questa pratica con breve apostolico del 28 agosto 1537. I Cappuccini, a cui si unirono anche i Minoriti, furono ferventi propagatori dell’uso delle Quarant’Ore; altrettanto zelo fu espresso anche dai Gesuiti i quali diffusero quest’uso in tutta Europa e in Italia.
Urbano VIII con l’enciclica Aeternus rerum Conditor del 6 agosto del 1623, prescrisse a tutte le chiese del mondo la celebrazione delle Quarant’Ore.
Nei secoli successivi vari papi si sono occupati di esse con vari documenti, vanno ricordati: l’Instructio di Paolo V nel 1606 e di Innocenzo XI nel 1681.
Per quanto riguarda la prassi, dall’indagine storica si rilevano due forme:
- un turno annuale ininterrotto d’adorazione di chiesa in chiesa, che si è affermata e mantenutasolo nelle grandi città per ragione di disponibilità di chiese e fedeli;
- la forma sporadica, legata solo ad alcuni momenti dell’anno, fatta spesso senza l’adorazione notturna, che è quella più diffusa e in uso ancora oggi in molte comunità parrocchiali.
Nei secoli XVII e XVIII questa seconda forma fu introdotta nei tre giorni precedenti il mercoledì delle Ceneri come funzione riparatrice da opporre alle intemperanze del carnevale, sostenuta e diffusa dai Gesuiti.
Altro momento dell’anno dedicato alla celebrazione delle Quarant’Ore è l’inizio della Settimana Santa, legato tradizionalmente al precetto pasquale annuale, la cui collocazione temporale si ispira alla forma tradizionale più antica, sostenuta e diffusa dai Cappuccini.