Cristo non si sottrae al confronto: ama l’uomo in profondità, non si accontenta da lui di un’adesione superficiale a dei precetti, ma vuole renderlo capace di adorare Dio in spirito e verità.
Prima lettura Es 17, 3-7 Dacci acqua da bere.
Il popolo d’Israele, già dimentico delle meraviglie operate dal Signore che lo ha liberato dalla schiavitù d’Egitto, si lamenta nel deserto con Mosè per la mancanza di acqua. Il Signore risponde invitando a fidarsi ancora di lui, e ordina a Mosè di percuotere la roccia per farne scaturire una sorgente. Il vero problema dell’uomo non è infatti la sete, ma la mancanza di fiducia in Dio.
Dal Salmo 94 - Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore.
Indurire il proprio cuore significa non riconoscere più il Signore come il proprio pastore. Non voler accogliere la sua benevolenza significa rifiutare la vita e la bellezza che sono in noi
Seconda lettura Rm 5,1-2 5-8: L'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito che ci è stato dato.
L’uomo non può liberarsi con le sue sole forze dalla propria situazione di peccatore. A soccorso di questa debolezza viene la misericordia del Signore che, nella passione e resurrezione di Gesù, ha riscattato l’uomo dal peccato e dalla morte. Al dono di grazia deve corrispondere la fede che, sola, può disporre all’accoglienza della salvezza e aprire alla speranza.
Riflessione sul vangelo Gv 4, 5-42 Sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna
L’episodio dell’incontro di Gesù con la samaritana è il culmine della liturgia di questa domenica. Alla donna Gesù rivela di essere il Cristo, inviato dal Padre per essere sorgente di vita eterna. L’annuncio raggiunge la donna nella sua concreta situazione, con tutte le sue mancanze e le sue resistenze, e suscita in lei una reazione entusiastica. Ella, così, diviene a sua volta sorgente di acqua viva per i suoi compaesani.