Brigida Birgersdotter nacque a Finsta, in Svezia, nel 1303, da famiglia aristocratica. Allora i cittadini scandinavi erano tutti cattolici. A diciotto anni Brigida fu costretta dal padre a sposare il giovane Ulf Gudmarsson. Dalla coppia nacquero otto figli, quattro maschi e quattro femmine. Una di esse sarà santa Caterina di Svezia.
Brigida visse la vita di corte come sposa e come madre.
Nel biennio 1341- 1343 effettuò un pellegrinaggio in Spagna a San Giacomo di Compostela.
Per un certo periodo il marito, che era con lei, si fermò presso i monaci cistercensi di Alvastra, ma al ritorno a casa, nel 1344, morì. Dopo la morte del coniuge, Brigida diede una svolta alla sua vita, indossò l’abito cinerino del Crocifisso, simbolo di povertà e di penitenza, ed entrò in un monastero cistercense. Trascorreva il tempo nella meditazione e nella contemplazione, spesso cadeva in estasi e riceveva molte rivelazioni che poi dettava al suo confessore. Proprio in quel periodo concepì l’idea di fondare un ordine religioso. Donna forte e di carattere, esortava spesso il Pontefice perché lasciasse Avignone e tornasse nella sua sede storica di Roma.
In occasione dell’Anno Santo 1350, Brigida si trasferì a Roma nella casa di Piazza Farnese, che lei adattò per ospitare i pellegrini che provenivano dai paesi scandinavi. Imparò il latino e condusse una vita molto austera. Spesso mendicava il pane quotidiano con gli altri questuanti sugli scalini delle chiese romane. Una sera alcuni facinorosi tentarono perfino di bruciarla viva. Al canto dell’Ave Maris Stella i malviventi si allontanarono. Nel periodo romano ebbe inizio un secondo ciclo di rivelazioni. La santa le riceveva in uno stato di veglia e di estasi, a volte aveva visioni, altre volte ascoltava voci senza capire chi parlasse. Le parole in latino, ascoltate nell’estasi, rimanevano impresse nella memoria della santa, finché i suoi segretari non le avessero trascritte. Poi Brigida ricontrollava scrupolosamente lo scritto per assicurarsi che la versione fosse corretta. Le sue erano rivelazioni private, vagliate prudentemente da molti padri del Concilio di Costanza e di Basilea, furono ritenute, invece, veritiere dai papi Gregorio XI, Urbano VI e Bonifacio IX, il papa che concesse la prima indulgenza a chiunque avesse pregato sulla tomba di san Tommaso in Ortona. Secondo la tradizione locale, Brigida visitò due volte la tomba dell’Apostolo in Ortona. Un’antica chiesa di Arielli a lei dedicata, in memoria del suo passaggio, e il cippo posto davanti alla chiesa di San Rocco, a Porta Caldari di Ortona, testimoniano ancora oggi il pellegrinaggio della santa nella nostra città. Ebbene, nel 1365 Brigida si recò ad Assisi per visitare la tomba di San Francesco, dove si trattenne per qualche tempo, poi si diresse verso il sud per andare a pregare sulle tombe degli apostoli: san Tommaso ad Ortona, san Matteo a Salerno e sant’Andrea ad Amalfi. Le notizie allora giungevano a Roma abbastanza agevolmente, dal momento che l’Anno Santo del 1350 aveva richiamato a Roma tantissimi pellegrini, che viaggiavano in carrozza, oppure in barca lungo le vie fluviali. Come riporta il processo di beatificazione, citato da Antonio Politi parroco della cattedrale di San Tommaso dal 1964 al 2000, Santa Brigida giunse in Ortona ad estate inoltrata, in un periodo tra il 1365 e il 1370. Era accompagnata dal vescovo svedese Thomas Joansson, da sacerdoti svedesi, dalla figlia e da una nobile romana. Giunta alle porte di Ortona, la comitiva non poté entrare in città a causa di un forte temporale, perciò fu costretta ad attendere il mattino successivo. Subito dopo la santa si recò sulla tomba dell’Apostolo, dove ebbe la seguente rivelazione: Allora udì una voce che diceva Io sono il Creatore di tutte le cose e il Redentore….si deve dire e predicare in maniera molto sicura che come i corpi degli apostoli Pietro e Paolo sono a Roma,, così le reliquie di san Tommaso mio apostolo sono in Ortona. Poi le apparve Tommaso e le disse: ti darò il tesoro desiderato ormai a lungo da te. Nello stesso momento, senza che nessuno toccasse la cassa contenente le ossa dell’apostolo, apparve un frammento del dito di Tommaso, che Brigida conservò gelosamente e che oggi si conserva nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme a Roma. Brigida morì il 23 luglio del 1373 e fu canonizzata il 7 ottobre 1391. Nel processo di beatificazione, il 31 agosto 1379, la figlia raccontò tutto quello che era successo in Ortona, dal momento che era presente anche lei. Riferì che era stata due volte in Ortona per visitare la tomba dell’apostolo Tommaso. Il sarcofago era ben chiuso, ma nonostante questo, ella vide con i propri occhi che un pezzo di osso del dito dell’Apostolo uscì dalla cassa sigillata e si pose nelle mani di Brigida. Lei con grande devozione lo mostrò dall’altare ai suoi confessori, al vescovo e all’intera comitiva. Poi raccontò che la madre aveva tanto desiderato possedere una reliquia dell’apostolo e nel primo viaggio aveva fervidamente pregato per ottenere questo miracolo. San Tommaso le era apparso e le aveva detto: Torna qui e io soddisferò il tuo desiderio. La figlia concluse il racconto dicendo che tutta Ortona parlava dell’avvenimento straordinario. Le rivelazioni di santa Brigida di Svezia, riferite dallo scrittore ortonese del Mille e Cinquecento De Lectis, sono state tradotte nel 2005 da Antonio Falcone.
Dopo la visita di santa Brigida in Ortona, personalità più o meno famose, laici e religiosi sostarono sulla tomba dell’Apostolo per pregare. Nel 1933 le ferrovie dello Stato dovettero approntare treni speciali diretti a Ortona per far fronte alla massa dei pellegrini.
I pellegrinaggi attraverso l’Abruzzo si verificarono fin dal lontano 1097, quando il papa Urbano II venne a Chieti per convincere i Normanni a partecipare alla prima crociata, già in atto dall’anno precedente. I crociati provenivano dai paesi europei e dal nord dell’Italia, attraverso la via francigena. Si fermavano abitualmente a Roma e a Montecassino. A Ortona i due monasteri benedettini di San Marco e di San Martino, facilmente raggiungibili attraverso le vie fluviali, furono due centri di raccolta dei pellegrini, prima che si imbarcassero dai porti pugliesi, diretti verso la Terra Santa.