L'Altare - tomba di san Tommaso

L’ALTARE-TOMBA DI S. TOMMASO

Dal 1258 al sec. XV (Cenni Storici)

Riferimento bibliografico = Giovan Battista De Lectis, Vita del glorioso Apostolo di Christo. san Tomaso, con la Traslatione (...), Fermo, Astolfo de Grandi, 1577 .pagg- 54v, 58r, 70v, 71r, 73v.

1. Una volta pervenute a Ortona le Ossa di s. Tommaso il primo problema che si presentò per popolo e clero - circa una collocazione decorosa e sicura – fu dove deporle. -ll De Lectis parla di diverse soluzioni allora affacciate, e riferisce che il posto più adatto e dignitoso venne individuato «nell'altare di Maria Verg.», cioè «il maggiore altare di detta chiesa: perciocché quella era la «naue di mezzo». Cosicché «in detto altare collocate furono, secondo che per insino al presente giorno si uede».

La cassetta (contenente le Ossa, lo «stendardo» che aveva garrito al vento sulla galea di Leone Acciaiuoli e la «bacchetta di olivo› dono - al dire della tradizione - del re dell'India fu posta sotto la mensa, e la pietra tombale «calcedonia» (recata pur essa da Scìo) avrò fatto da dossale.

E per un secolo restò tutto così.

2. Sennonché, presumibilmente, tale collocazione non doveva presentarsi né degna, né vistosa se s. Brigida (nello VII Rivelazione) si sente dire dal Signore: «il mio tesoro [le Ossa dell'Apostolo] giace quiui quasi occolto». Alla fine del quattrocento la Tomba del Santo era ancora. pressoché, come due secoli prima: la stessa cassetta di Leone Acciaiuoli (con i più sovrapposto un tabernacolo - che il De Lectis chiama «antico›› - per la custodia della Testa, e tutto «l'argentaria quale era di grandissima quantità››); la pietra calcedonia a mo' di paliotto; la mensa di porfido. Nel retro una porticina («la portella››) permetteva l'estrazione della cassetta per le processioni.

indubbiamente il foro della pietra calcedonia (attraverso cui si introducevano oggetti di devozione) era mezzo idoneo a soddisfare la pietà dei fedeli; la detta porticina, peraltro, si prestava agevolmente a facilitare una manomissione sacrilega (tanto più che la chiave del «Deposito» era affidata alla discreta diligenza del capo-sacrista del tempio). E il 1475 «nella seconda vigilia della oscura notte» tale increscioso incidente si verificò.

3. La dolorosa vicenda, se per un verso aveva gettato nella costernazione clero e popolo, sortì - d'altro canto - effetti salutari. l.'altare-Tomba subì delle modifiche: la cassetta venne interamente foderata dentro e fuori d'argento; lo pietra calcedonia collocata nel retro. Dell’accaduto e  delle successive misure di sicurezza apportate il De Lectìs è molto circostanziato: «per questo furono fatte poi le ferriate et le catene e moltiplicate cinque chiaui››; in modo da offrire il massimo di sicurezza e garanzia («la gran ferriata»). Un pannello in pietra («la tauola delli 12 apostoli››) fu posta, con ogni probabilità, come ornamento a una parete della cappella.

La fede degli ortonesi ne uscì rinvigorita nei riguardi del Protettore e l'attaccamento dei devoti a s. Tommaso ricevette uno spirituale impulso più sentito con la indulgenza del Perdono accordata da Sisto lV il 5 luglio 1479 (anche se trasferita dal 6 settembre alla I domenica di maggio).