Dal 6 settembre 1258, data dell’arrivo in Ortona delle Ossa dell’apostolo Tommaso, la storia del popolo ortonese si identifica con la vita che ruota intorno alla Tomba di san Tommaso. La notizia della presenza del corpo dell’Apostolo si diffonde rapidamente, i pellegrini affluiscono per rivolgersi a Lui, la Chiesa locale si fa promotrice di varie iniziative, i pontefici gratificano i fedeli con la concessione delle indulgenze.
L’indulgenza è la remissione davanti a Dio della pena temporale dovuta per i peccati già perdonati attraverso la confessione. Trova la sua giustificazione nella comunione dei santi, nel tesoro dei meriti di Cristo e di tutti i giusti. La Chiesa concede l’indulgenza attingendo a tale tesoro, a beneficio spirituale dei fedeli vivi, battezzati e in grazia di Dio, e a suffragio per i defunti. L’indulgenza è plenaria se riguarda l’intera pena temporale, perpetua se non prevede limitazione di tempo, parziale se è limitato ad un periodo di tempo specifico.
Innocenzo VI ( 1359- 1362) per primo concesse l’indulgenza plenaria ai fedeli che avrebbero visitato la tomba dell’Apostolo in Ortona e pregato su di essa il giorno 6 settembre di ogni anno. Bonifacio IX la confermò nel 1399, rendendola analoga a quella concessa da Celestino V alla Chiesa aquilana.
Il 5 luglio 1479, il papa Sisto IV con la Bolla Pastoris aeterni, scritta su pergamena e conservata nella biblioteca diocesana di Ortona, non solo rinnovò l’indulgenza, che peraltro era già stata concessa in perpetuo, ma autorizzò il trasferimento del giorno per lucrarla, dal 6 settembre, anniversario della traslazione delle reliquie dell’Apostolo, alla prima domenica di maggio. In tal modo veniva incontro al desiderio degli ortonesi, secondo i quali, i forestieri a maggio avrebbero più facilmente potuto raggiungere la città, pregare sulla tomba dell’Apostolo e ricevere l’indulgenza. Secondo alcuni storiografi locali, la richiesta degli ortonesi sarebbe stata motivata dalla volontà di abbinare la festa del Perdono con le fiere di maggio.
Gregorio XIII, il 13 settembre 1575, cinque anni dopo la restituzione del vescovado ad Ortona, con un “breve” confermò l’indulgenza concessa da Sisto IV per la prima domenica di maggio. Clemente VIII, nel breve del 4 marzo 1596, fissa due giorni per lucrare l’indulgenza: il 15 agosto e il 21 dicembre, festa liturgica di san Tommaso.
Nel Settecento, il vescovo di Ortona, monsignor Marcantonio Amalfitani si rivolge al papa Benedetto XIV per chiedere la proroga della concessione dell’indulgenza al lunedì e martedì successivi alla prima domenica di maggio. Benedetto XIV, con il breve del 14 aprile 1742, accolse la proposta e confermò in perpetuo il privilegio dell’indulgenza plenaria preesistente. Pertanto fissò il 21 dicembre, festa liturgica dell’apostolo, la prima domenica di maggio più il lunedì e il martedì successivi.
L’ultima bolla pontificia è del 2 settembre 1949, emessa da Pio XII. Con essa il pontefice concede una triplice indulgenza, da acquisire una sola volta l’anno per se stessi e come suffragio per i defunti: la prima domenica di maggio più i due giorni successivi, il 6 settembre e il 21 dicembre. Nella bolla il papa non solo parla della presenza delle Ossa dell’Apostolo in Ortona, ma accenna anche alle luttuose vicende della guerra, Infatti monsignor Pietro Tesauri, arcivescovo di di Lanciano e amministratore perpetuo di Ortona, in due lettere, l’una del 15 giugno e l’altra del 17 giugno 1944, aveva riferito la situazione delle due città colpite dalla guerra. La popolazione era esausta. Aveva sofferto la fame, il freddo, la distruzione delle case e delle chiese. Solo i parroci erano rimasti vicino ai loro fedeli e avevano portato loro un po’ di conforto.
Tutti documenti sono conservati presso la biblioteca diocesana di Ortona.
Oggi, nello spirito della riforma promossa dal Concilio Vaticano II, la concessione delle indulgenze spetta al Papa e ai vescovi. Il catechismo della Chiesa cattolica chiarisce che la dottrina e la pratica delle Indulgenze nella Chiesa sono strettamente legati agli effetti del sacramento della penitenza.
L’indulgenza si ottiene mediante la Chiesa, che in virtù di legare e sciogliere accordatale da Gesù Cristo, interviene a favore del cristiano e gli dischiude il tesoro dei meriti di Cristo e dei santi, perché ottenga da Padre di misericordia la remissione delle pene temporali dovute per i suoi peccati. Così la Chiesa non solo aiuta il cristiano a redimersi, ma anche a compiere opere di pietà, di penitenza e di carità.
L’ ultima lettera è quella dell’attuale pontefice Benedetto XVI diretta all’arcivescovo di Lanciano- Ortona, monsignor Carlo Ghidelli, in occasione del suo giubileo sacerdotale, nel 2008. Benedetto XVI scrive: tu custodisci le reliquie di san Tommaso Apostolo…Poi invita tutti i cristiani a camminare nella ricerca della verità e a purificarsi nel cammino di conversione.